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Doppio limite per le imprese

di Benedetto Santacroce

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26 agosto 2008

La limitazione al 75% della deduzione delle spese per servizi alberghieri e di ristorazione rischia di turbare il coordinamento normativo che presiede al funzionamento sia dell'Irpef che dell'Ires. La norma, prevista dall'articolo 83, commi 28 quater e quinquies del decreto legge 112/2008, è introdotta nel Tuir in via "incidentale", in quanto giustificata esclusivamente da motivi di cassa, dati dalla necessità di controbilanciare l'effetto, in termini di perdita di gettito erariale, dell'eliminazione della limitazione alla detraibilità Iva su questo tipo di spese, disposta dall'articolo 19-bis 1 del Dpr 633/72. Sulla materia (e sull'intero decreto legge 112) i primi chiarimenti arriveranno con una circolare delle Entrate, attesa per i primi giorni di settembre.

Prima della modifica normativa, a livello comunitario era stata aperta nei confronti dell'Italia una procedura di messa in mora per violazione dell'articolo 168 («origine e portata del diritto a detrazione») della direttiva 2006/112, da cui la decisione, onde evitare pesanti sanzioni, di abrogare tout court la restrizione.
La riduzione delle entrate derivata dalla manovra condotta in campo Iva ha avuto quale contrappeso la limitazione al 75% della deducibilità degli oneri connessi alle prestazioni di vitto e alloggio. In questo modo, gli effetti di un intervento squisitamente settoriale hanno finito per invadere la (distinta) sfera fiscale delle imposte dirette. Quello che ne è derivato, in quest'ultimo comparto, è un difetto di coordinamento fra norme i cui effetti, quanto a complessità, appaiono districabili solo con un mirato intervento di razionalizzazione sistematica.

Anzitutto, non è dato comprendere quale sia la reale portata della disposizione – introdotta al comma 5 dell'articolo 109 del Tuir – per le società (ovvero al di fuori del caso dell'imprenditore individuale e del professionista) e quali fattispecie, in ambito Ires, è destinata effettivamente a colpire. Per disposizione espressa ne rimangono esclusi i rimborsi spese a dipendenti e collaboratori (articolo 95, comma 3 del Tuir); procedendo per esclusione, considerate le possibili aree di fruizione delle prestazioni di vitto e alloggio, si deve giungere alla conclusione che a subire l'effetto della stretta, a parte le mense aziendali, saranno essenzialmente le spese di rappresentanza e di pubblicità che, per natura, prendono spesso la forma di prestazioni alberghiere e di ristorazione offerte alla clientela.

La carenza di coordinamento sistematico interessa altresì, sebbene in modo meno percepibile, la determinazione del reddito professionale. L'articolo 54, comma 5 del Tuir è stato anch'esso modificato per dar conto della stretta alla deducibilità di questi servizi, che pertanto sono riconosciuti nella misura del 75% e comunque per un importo non superiore al 2% dei compensi percepiti nell'esercizio. Secondo lo stesso principio, per coerenza, pare ragionevole trattare le spese di vitto e alloggio laddove siano sostenute per rappresentanza: saranno da considerare fiscalmente rilevanti al 75% entro il tradizionale limite complessivo dell'1% del fatturato, di cui al medesimo comma 5 sempre dell'articolo 54 del Tuir. Il problema sorge invece nel definire il rapporto degli oneri alberghieri e di ristorazione con le spese di soggiorno sostenute per la partecipazione a convegni, a oggi deducibili nella misura del 50 per cento. Anche qui non è chiaro quale sia la scelta corretta, ossia se dedurre il 75% del 50 per cento, oppure continuare a considerare le spese convegnistiche rilevanti al 50% in virtù della natura speciale e prevalente di questa disposizione.

Le misure restrittive disposte in materia di imposte dirette dal Dl 112/2008 entreranno in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio (a differenza delle novità Iva, destinate a produrre effetti dal 1° settembre di quest'anno); l'amministrazione finanziaria ha pertanto tutto il tempo per fornire delle linee interpretative, che si ravvisano più che mai necessarie, le quali non potranno tuttavia considerarsi complete fintanto che non verrà emanato l'atteso decreto in materia di spese di rappresentanza.

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